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Mauri Mines pages

These 4 pages specifically refer to the personal story of Mauri Mines and his work as an italian artist.

Queste 4 pagine riguardano esclusivamente la storia personale e l'attività artistica di Mauri Mines

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SHOWCASE

Il disco dell’anno?

“Pop Anti Pop” di Mauri Mines!

(mi picchieranno?)

 

BY L'OPINIONE · 2 GENNAIO 2017

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Sconveniente, controcorrente, privo di ogni riserbo, come ogni musicista dovrebbe essere. Impopolare, insomma, com’è il primo titolo di questo straordinario “Pop Anti Pop”, una raccolta che travolge generi e banalità, con un’esattezza visionaria da cecchini. Raramente abbiamo ascoltato qualcosa di così contaminato come il lavoro di Mauri Mines, in cui la leggerezza del pop è solo apparente e ciò che conta è invece il ritratto netto di una società impazzita come maionese.

Chi vuole preservare se stesso, invece, diventa “impopolare” (“Impopolare è chi si mette a proclamare/pubblicamente un concetto differente/che non abbia connessione con la linea di ovvietà/opinata dai gestori per il popolo di qua” ma soprattutto “Impopolare è chi continua a cantare”), o costretto all’abiezione e al rifiuto dei nuovi riti pagani della collettività (“Odio le sagre”, “Perché non vai un po’ più a sud?”, “Suonare bene suonare male /per noi è diverso e per gli altri uguale”), in cui i musicisti sono “contenti in macchine a pezzi/per ritornare senza contanti/ rischiando il fegato e la patente” e chi comanda il ballo sono gli “Ex” (“Chi muore rinasce/non vuole sembrare ex”).

Una interminabile sfilza di riciclati e senza palle a cui Mauri Mines in tredici brani dà il benservito perché non c’è sollievo al nulla (se non il “cerotto fosforescente” che “ti curerà per le impurità/ti medicherà da lesioni provocate da questa realtà”) né, forse, possono farlo le donne (“Annalisa”) e gli affetti “normali”. Un lavoro, quello di Mauri Mines, è bene sottolinearlo, molto colto che richiama la storia degli chansonnier degli ultimi trentanni, da Stefano Rosso a Ruggeri a Capossela ed anche, perché no, agli Skiantos, in quei passaggi in cui il senso finisce per confondersi con l’assurdità del mondo. Ma la base pop, e non poteva essere altrimenti, è a nostro giudizio quella di Battiato, lo storytelling pure.

Cosa ci resterà alla fine di tutto quanto? Forse “Una posa vanagloriosa/da risultare impopolare” o un’oscurità senza cifra né segno (“Mi picchieranno/ prima o poi lo faranno/il mio modo di fare/il mio vizio di provocare”). Ma dovranno ancora a lungo fare i conti con lo sconveniente Mines.

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